Intervista alla web designer Gaia Zuccaro

**Ciao Gaia! Grazie anche a te per aver partecipato al Meetup Adobe. Per cominciare questa intervista, dicci di te, chi sei, come hai iniziato in questo settore?
**Ho sempre voluto fare questo lavoro. A 16 anni era già il mio sogno più grande 🙂

Subito dopo il liceo mi sono iscritta ad una scuola di grafica (l’Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie di Roma), un corso di due anni, durante i quali ho appreso i principi della progettazione grafica di base e della comunicazione offline. Appena uscita dall’accademia, ho iniziato a lavorare con un mio ex professore. Erano gli anni a cavallo del 2000, e si stavano aprendo le porte a tutto quello che era la comunicazione nel mondo digitale, e lui mi assegnò subito il disegno del mio primo sito web. Nel 2000, internet non era ancora alla portata di tutti, e non era tra gli obiettivi didattici, perciò tutto quello che ho imparato sul web e l’interaction design l’ho studiato in seguito autonomamente, ma credo che non avrei mai avuto la possibilità di comprendere appieno queste nuove discipline se non avessi avuto alle spalle i miei anni di studi più classici sulla comunicazione.
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**Da che cosa trai ispirazione quando realizzi i tuoi lavori? Quanta attenzione dedichi alle nuove tendenze?
**Ovviamente… da ogni cosa che mi circonda 🙂 Il nostro settore è bello per questo. Ogni spunto, anche nella realtà può essere riportato in tutto e per tutto nella nostra idea di comunicazione finale. Uno dei più begli esempi di questi anni per comprendere questo approccio, è ascoltare le interviste del team di google e di come abbiamo tratto ispirazioni dalla realtà per creare uno dei più belli e complessi sistemi di interaction design di questi anni: il material design

Nel mio piccolo comunque traggo ovviamente anche molta ispirazione dai lavori degli altri (awwards, pinterest, behance, dribbble). Passo almeno una mezz’ora al giorno alla ricerca di nuove app e alla navigazione di nuovi siti.

Un altro contesto di ispirazione che mi piace esplorare è quello della trasversalità delle discipline. Quando devo fare un’app o un sito, non mi limito a cercare riferimenti in quel settore, ma cerco di crearmi una mood board trasversale che contenga di tutto: ispirazioni fotografiche, stili tipografici, illustrazioni, arredamento, video e qualche volta anche la musica 🙂

**Come definiresti il tuo stile
**Eclettico, senza dubbio. Nel mio ambito (ux,ui) avere un unico stile definito, non è un valore aggiunto. Lo è nella fotografia, nell’illustrazione, ma in questo settore il primo obiettivo è costruire e progettare interfacce che comunichino in sintonia con il brand che vi ha affidato la sua comunicazione. Motivo per cui, il mio stile cerca sempre di adattarsi alle esigenze specifiche in primo luogo del cliente, ed in secondo luogo della superficie o del mezzo su cui esso dovrà essere veicolato.

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**Quali sono i tuoi strumenti insostituibili del mestiere?
**Fogli con griglie e una matita per la fase di progettazione. Non sono un’abile disegnatrice, ma con il tempo ho imparato quanto sia importante la fase di sketching nella progettazione di un prodotto interattivo. Ti aiuta a focalizzarti sulle funzionalità, tralasciando ad un secondo momento la parte dedicata al visual. Mai mischiare i due step!
Per il resto ovviamente i miei software e i servizi Cloud ai quali sono abbonata, che mi permettono una certa fluidità del lavoro da qualunque postazione.

**Che equipaggiamento grafico e software consiglieresti a chi inizia?
**Intanto consiglierei un approccio agnostico al sistema operativo. Sono una professionista piuttosto anomala.

Ho lavorato per anni con il mac, ma ora lavoro felicemente con una postazione fatta di un pc assemblato ad hoc, due monitor apple e un mac portatile sempre collegato. Non credo ci sia un sistema che ad oggi sia nettamente superiore ad un altro. Dipende molto dall’assemblaggio hardware delle macchine su cui vengono montati e soprattutto dai software.

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Ad oggi Adobe riesce a garantire prestazioni eccellenti su entrambe le piattaforme, e da quando esiste la formula Cloud, con l’upgrade costante e garantito, io credo che sia uno strumento insostituibile, soprattutto per la capillarità delle aree che con i suoi prodotti riesce a coprire.

Un consiglio però vorrei darlo. Che scegliate un mac, un pc, un fisso, un portatile… fate in modo che ci siano sempre due monitor su cui lavorare. Se c’è ad una cosa alla quale non potrei mai rinunciare, sono i miei due monitor affiancati, che mi consentono una gestione del flusso di lavoro molto più snella e ottimizzata.

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Grazie Gaia per i tuoi preziosissimi consigli!

Per chi volesse conoscere meglio Gaia e i suoi lavori, da non perdere il suo profilo Behance.