Autori in primo piano: Gordon Reid

Gordon Reid ha conquistato il Regno Unito. E adesso ha messo gli occhi anche sugli Stati Uniti. Abbiamo incontrato il ‘blagger’ (termine che deriva dall’inglese britannico ‘to blag’, cioè essere in grado di ottenere qualcosa tramite la persuasione, con un pizzico di fortuna), così si autodefinisce, dopo che si è potuto vedere nella sessione livestream all’OFFF di Barcellona. Da allora lo abbiamo visto ovunque, dall’Adobelive con Michael Chaize a Parigi, fino al D&AD a Londra. Con una tale presenza in fatto di design in Europa, diremmo che ha grandi possibilità di sfondare in America nel 2018.

ADOBE STOCK: Puoi raccontarci qualcosa di te e del tuo background creativo?

Gordon Reid: Ciao, sono Gordon Reid, proprietario di Middle Boop, un’agenzia di design che si occupa di direzione artistica, branding, graphic design e illustrazione. Vivo ad Hackney e ho uno studio a Stoke Newington. Ho iniziato a lavorare principalmente nel settore della musica per poi spostarmi sulla pubblicità, dove ho avuto la fortuna di lavorare con i migliori del settore, imparando moltissimo da loro. Ho lavorato con Saatchi & Saatchi, Grey, McCann e Adam & Eve DDB, oltre che con alcuni dei più grandi marchi al mondo, a partire dalle pubblicità per le Olimpiadi di Rio, ma anche Nike, HSBC, GSK, Natwest, Lucozade, ecc., fino a band di successo come Mogwai, Bombay Bicycle Club e Newton Faulkner. Ma mi piace anche lavorare con marchi emergenti, prodotti che stanno cercando di trovare la loro voce e farsi un nome creando un proprio brand. Sono queste le cose più emozionanti. Ho lavorato con D&AD per un paio di anni, sedendo anche nella giuria di Creative Circle e Cannes Young Lions. Attualmente sono in giro per il mondo con il mio ultimo talk ‘Blag, Borrow and Steal your Career’ (‘Ottieni, prendi in prestito e ruba la tua carriera’), l’ho già presentato in tutta Europa e sto per approdare in America.

AS: Sei noto come ‘Middle Boop’. Cosa c’è dietro questo nome?

GR: Sì, questo nome è venuto fuori che ero ancora all’Università. Il fatto è che non ho mai voluto fare uno stage, lavorare gratis e poi ritrovarmi ad essere un giovane designer che guadagna pochi soldi facendo tutto il lavoro schifoso che nessun’altro vuole fare. Volevo solo fare le mie cose, creare il mio lavoro senza dover avere a che fare con esigenze specifiche troppo limitanti del cliente. Mi sono reso conto dell’importanza di fare un lavoro di qualità e ho capito che, se riuscivo a fare le mie cose, creare il mio stile e la mia voce e avere una mia rete di clienti, avrei potuto ignorare tutta quella roba che fanno le agenzie di design. E… Per fortuna, dopo alcuni anni di lavoro fuori casa creando poster per le band e lottando per guadagnare anche solo qualche soldo, alla fine ha funzionato. Ma per fare tutto questo avevo bisogno di un nome. Middle Boop è nato per scherzo con alcuni amici ad un festival. In realtà non ha un significato preciso, ma è riuscito a portarmi in cima ai risultati di Google (nessun’altra persona al mondo si darebbe un nome così ridicolo). Da quel momento tutti mi chiedono che cosa voglia dire questo nome!

AS: Come descriveresti il tuo stile?

GR: Irriverente, geometrico, vivace e persuasivo.

AS: Dove trovi la tua ispirazione?

GR: Ovunque, davvero! Per lo più perdendomi nella mia vita di tutti i giorni, cercando l’ispirazione nelle cose intorno a me, in qualsiasi cosa, dai rapporti personali ai viaggi. Mi ispirano molto l’umorismo e i colloquialismi della vecchia scuola britannica.

AS: Qual è il più grande scoglio da superare nel campo del design?

GR: Stare un passo avanti agli altri è sempre stata la mia più grande sfida. Stare al passo con le nuove tendenze e riuscire a fare in modo che, anche se devo conoscerle, il mio lavoro non cada nella trappola di certe tendenze o stili che rimarranno in voga soltanto per un breve periodo di tempo. Ho imparato questa lezione a mie spese, nei grandi giorni dell’illustrazione digitale. Diventare famosi per aver fatto una cosa e averla fatta bene è estremamente importante e necessario quando stiamo cercando di trovare la nostra voce e di farci conoscere nel settore, perché così le persone si ricordano di noi e riconoscono il nostro stile. Così, come in tutti i grandi loghi, puoi anche togliere il nome del marchio, ma riconoscerai immediatamente quel brand. Devi fare in modo che il pubblico riconosca il tuo lavoro senza neanche pensarci. Il rovescio della medaglia è che, una volta che ti sei affermato, devi capire come rimanere sempre un passo avanti agli altri e assicurarti che il tuo sia uno stile abbastanza versatile da poter durare nel tempo e non diventare obsoleto, e soprattutto, che funzioni per tutte le nuove tecnologie e le tendenze che verranno. È così che puoi costruirti una carriera ed evolverti.

AS: Cosa ne pensi delle immagini stock? Pensi che la loro percezione stia cambiando?

GR: Penso che le immagini e la grafica stock possano essere di grande aiuto per tutte le attività creative per un sacco di motivi. Uno dei principali è il tempo; i siti stock possono farne risparmiare molto: quando vogliamo curare le illustrazioni di un particolare messaggio e vendere un’idea, un uso efficace delle immagini stock può davvero velocizzare il processo. Nel corso degli anni, ho lavorato a tantissime pubblicità e concetti in cui si mettono insieme immagini stock e improvvisamente creiamo un’immagine e questo mi ha salvato un sacco di volte. Per di più, ovviamente è anche conveniente; nonostante alcuni concetti siano troppo astratti e sia inevitabile modificarli, la maggior parte delle idee e dei concetti che si può ottenere con l’utilizzo di immagini stock può vendere quell’idea. È risaputo che c’è anche chi usa immagini stock per le ultime revisioni delle pubblicità e della grafica; la qualità di alcune di queste immagini è innegabile, quindi perché no? Penso che, dato che alcuni siti come Adobe Stock stanno diventando all’avanguardia, le percezioni stanno inevitabilmente cambiando: le immagini filigranate del comune ‘impiegato con i denti bianchi che sorride all’obbiettivo’ e che si trovano senza problemi in alcuni dei siti più economici vengono poco a poco rimpiazzate dai nuovi siti, che sono necessari per il nostro settore.

AS: Qual è stato fino ad ora il tuo progetto preferito, tra quelli a cui hai lavorato?

GR: Beh devo dire che recentemente il mio progetto preferito è stato proprio il vostro Progetto Adobe Live con Michael Chaize, dove sono stato ripreso mentre creavo e spiegavo passo dopo passo il mio lavoro per due ore durante tre giorni. Si è trattato di un progetto unico e ho avuto modo di incontrare tante persone fantastiche e conoscere la community di Adobe molto meglio. Bellissimo, davvero. Ho anche curato il festival di musica Hijacked ed è stato incredibile: tutto è iniziato da un manifesto illustrato e da lì abbiamo costruito l’intero marchio e la strategia intorno ad esso. Alla fine, su tutti i palchi c’erano enormi opere artistiche in 3D. Incredibile.

AS: Quale lavoro entusiasmante ti aspetta nel 2017?

GR: Ci sono così tante cose che vorrei fare quest’anno… Sono molto emozionato di uscire di più allo scoperto e andare in giro con il mio talk ‘Blag, Borrow, Steal your Career’. Sono stato in giro per l’Europa e quest’estate sarò in America per fare altre conferenze. In più, sto per iniziare a lavorare a qualche altro grande progetto, dal branding, all’illustrazione, dal packaging, fino alla pubblicità. Se tutto va bene, lavorerò anche con dei grandi marchi, quindi sono davvero carico, vediamo come andranno le cose.

AS: Al momento, quale musica ascolti mentre lavori (se ne ascolti una!)?

GR: Ascolto davvero un sacco di musica. Lavoro nel settore della musica da quando ho iniziato con il design e ho avuto la fortuna di andare in giro e affiancare alcuni musicisti e band incredibili che poi mi mandano la loro musica. Fondamentalmente ascolto roba molto rumorosa, pesante, musica drone, rap East Coast, e molte altre cose deprimenti.

AS: Quali tendenze di design dovremmo tenere d’occhio quest’anno?

GR: Qualsiasi cosa io faccia, tenete d’occhio il mio lavoro: vi terrà impegnati.

Un grande ringraziamento a Gordon per essere stato con noi. Per sapere di più su di lui e su Middle Boop, visita il suo sito, Behance e Instagram.