Come l’AI aiuta i fotografi a essere più creativi

La forza di programmi come Adobe Photoshop CC e Adobe Photoshop Lightroom CC risiede nella capacità di mettere a disposizione dei fotografi strumenti sempre più evoluti, nuovi effetti, filtri e pennelli, oltre a nuovi modi di organizzare il lavoro. Ora che l’Intelligenza Artificiale (AI) è sempre più connessa all’elaborazione delle fotografie e agli strumenti di catalogazione, la relazione tra uomo e macchina sta conoscendo una svolta epocale, una prospettiva che entusiasma alcuni fotografi e ne intimorisce altri.

“Sebbene a prima vista questa svolta verso l’AI possa spaventare, non la si deve intendere come un sostituto della creatività”, dice Julieanne Kost, Principal evangelist di Photoshop e Lightroom. “Sono contenta di avere un ‘assistente intelligente’ che mi aiuta a svolgere i compiti più ripetitivi come trovare immagini, proporre modifiche e persino fare selezioni complesse. Quando i progressi tecnologici permettono a una persona creativa di pensare meno alla tecnologia o agli aspetti tecnologici della professione e più al contenuto e al messaggio che sta dietro la fotografia, è possibile ipotizzare un maggiore sviluppo delle competenze visuali dell’intera società, un fatto davvero entusiasmante”.

Arriveranno presto altre innovazioni basate sull’AI per Photoshop, Lightroom e altri strumenti di editing delle immagini grazie ad Adobe Sensei, la nostra tecnologia di AI e machine learning. Come dice Julieanne, crediamo che gli strumenti per l’elaborazione delle immagini si trasformeranno da semplici applicazioni in veri e propri assistenti virtuali dei fotografi, che li solleveranno dai compiti più banali e ripetitivi, aiutandoli a tradurre più facilmente i loro progetti in realtà e incrementando così la produzione creativa.

Un posto per l’AI nel lavoro creativo

Secondo molti fotografi, le attività più noiose come selezionare un oggetto per eliminarlo o modificarlo, non sono tra gli aspetti fondamentali del processo creativo. Al contrario, può essere un’esperienza irritante, frustrante e laboriosa. Grazie all’AI, questi e altri compiti simili diventano meno faticosi.

“Abbiamo fornito a un algoritmo migliaia di immagini in cui avevamo selezionato il soggetto principale e alla fine ha imparato a riconoscere e selezionare il soggetto principale di ogni foto” dice il Product manager di Photoshop Stephen Nielson. “Ora abbiamo incamerato tutta questa conoscenza in un algoritmo basato sul machine learning che è stato inviato con l’ultima versione di Photoshop. Si apre un’immagine, si clicca un tasto, e l’algoritmo seleziona l’oggetto per voi. Fa risparmiare un sacco di tempo”.

Lo stesso concetto è stato applicato al poco affascinante lavoro di creazione di tag, organizzazione e catalogazione delle immagini che si accumulano nell’hard disk di un fotografo. Utilizzando una funzione di autotagging basata sull’AI presente in Lightroom e senza bisogno di indicazioni da parte dell’utente, l’algoritmo analizza automaticamente le immagini e le etichetta in base a caratteristiche come tratti del viso, località, colori e altri elementi creativi.

“Se si digito ‘blu’ il programma mi propone tutte le immagini che sono prevalentemente blu” dice Meredith Stotzner, Product manager di Photoshop. “Se digito ‘gatto’ vedrò tutte le immagini di gatti. Riconosce persino i ricci. È sconvolgente”.

Queste innovazioni basate sull’AI sono solo l’inizio, secondo quanto sostiene Sarah Kong, Principal scientist di Adobe. “Grazie al continuo sviluppo del machine learning, saremo in grado di classificare le foto in base all’estetica o alla composizione, eliminando così le immagini duplicate”.

AI come assistente virtuale creativo

Jon Brandt, direttore del Media Intelligence Lab di Adobe Research spiega che l’obiettivo finale delle applicazioni basate sull’AI è diventare assistenti virtuali creativi che eseguono i comandi degli utenti. “L’artista potrà dettare all’assistente i comandi da eseguire per creare l’opera che ha in mente, anziché perdere tempo a imparare ogni funzione del software” sostiene Jon.

“Non intendiamo il machine learning come un sostituto della nostra creatività”, spiega Stephen. “Nella relazione tra l’uomo e la macchina, gli uomini restano la parte più creativa”.

La possibilità di comandare a voce il software di elaborazione immagini è dietro l’angolo. I comandi vocali permetteranno presto ai fotografi di dettare semplici istruzioni, dal ritaglio alla regolazione della luce fino a funzioni più complesse come la creazione di una maschera, permettendo ai professionisti di concentrarsi sul progetto e mettere in risalto la creatività.

Ma i fotografi potrebbero anche avere un assistente virtuale che dia loro qualche consiglio utile. Come prevede Sarah “durante la progettazione di un lavoro, l’assistente creativo analizzerà i documenti e darà suggerimenti intelligenti in base ai colori usati, o persino al font o al titolo. L’assistente potrebbe raccomandare un tipo di font che si sposa meglio con il titolo o una composizione diversa”.

Aiutare i fotografi a realizzare progetti creativi

Il risultato è un vantaggio per tutti fotografi, indipendentemente dal livello di esperienza. “Possiamo dire che l’AI non fa differenze” dice Stephen. “Aiuta i professionisti a realizzare il progetto in modo più veloce, per dedicare più tempo alle attività che amano davvero fare. Ma consente anche ai principianti di creare lavori migliori”.

I benefici che gli assistenti virtuali basati sull’AI portano al lavoro creativo sono ormai ovvi per chi ha già provato queste funzioni. Uno di loro, Ted Chin, riconosce che la tecnologia è perfezionabile ma ne esalta gli aspetti positivi. “La funzione di selezione del soggetto non è sempre perfetta, ma fa risparmiare molto tempo. Da venti minuti di lavoro si passa a tre”.

Il fotografo Gareth Pon ha già la sua funzione AI preferita. “Man mano che il sistema di riconoscimento delle immagini migliora, risparmio tantissimo tempo che prima impiegavo per scorrere e classificare le fotografie che ho scattato”. dice. “Credo molto nell’utilizzo di strumenti migliori che mi permettono di concentrarmi sulla creazione preoccupandomi meno dei limiti tecnici. Ora che la tecnologia è migliorata sono molto più sicuro dei risultati che posso ottenere”.

A quei fotografi che vedono con sospetto l’ingresso dell’AI nel mondo creativo, Ted dice: “Smettetela di preoccuparvi per l’AI. Arrivano tecnologie nuove tutti i giorni, è importante conoscerle e adattarsi”.

Per Gareth, accettare i benefici dell’AI significa mettere il concept in primo piano. “Credo che il modo migliore per trovare un equilibrio è mettere il concept al di sopra della tecnologia e degli strumenti che uso per creare. Un buon concept è il processo di trovare qualcosa di bello, perché la bellezza nasce da un luogo di purezza; il metodo che usi per realizzarlo, intelligenza artificiale o meno, non conta nulla”.

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